Descrizione
Essendo situato al confine ancora attuale tra l'area peligna e quella marsicana, il paese deve essere stato fondato da uno o da entrambi i popoli italici (Marsi e Peligni): pertanto risulterebbe esser stato sottoposto, in età preromana, all'influsso di entrambe le culture, che forse ebbero modo di mescolarsi. Definito da Strabone "Koukolon" (paese di confine della popolazione sannita peligna di Superaequum con la Marsica), in latino il paese era noto come "Cuculum", e il nucleo originario è oggi visibile presso contrada Casale. Il villaggio fu conquistato da Roma durante la guerra sociale nell'89 a.C. e poi ricostruito come importante stazione di passaggio nel valico dei monti che separano la Marsica dalla valle Peligna.
Oltre a testimonianza di necropoli italiche rinvenute tra Anversa e Casale, sono state trovate presenze di strutture murarie di età romana con pavimenti a mosaico, mura e sporadici rinvenimenti del periodo imperiale. Dei bronzetti ritraenti il dio Ercole, segno della presenza di un santuario, sono conservate nel Museo civico di Sulmona, nei pressi di Casale. Non si hanno più notizie riguardo al periodo del tardo impero romano, fatto sta che Cuculum subì le invasioni gotiche e bizantine nel V-VI secolo d.C., e il pagus venne lentamente abbandonato per arroccarsi sopra il colle dove sorge l'abitato medievale, eretto dai Longobardi.
In riferimento alla famosa festa patronale dei Serpari, si attribuiscono le origini al culto marsicano della dea Angizia, che sapeva dominare il fuoco e i serpenti. La credenza e la tradizione italica era così forte che i Romani affibbiarono a questo popolo il nome di guaritori e di maghi che usavano il veleno del serpente. Probabilmente questo rito era praticato anche nel villaggio romano di Cocullo, e con l'arrivo del cristianesimo, la figura di San Domenico abate venne associata a questa tradizione già millenaria, venendo purificata dal paganesimo per assumere un simbolico valore taumaturgico cristiano.